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SARA VENTURA


Sara Ventura è raggiante. Lo si nota subito appena arriva in redazione. Si presenta con una dolcezza disarmante e trasmette serenità in ogni frase che dice. La spiegazione è semplice: è finalmente appagata in tutto, in amore e nel lavoro. Nel periodo della nostra chiacchierata ci racconta infatti del suo recente matrimonio e della sua fortunata carriera a RTL 102.5. Di come abbia trovato, insomma, quella che lei stessa ama definire «la metà del suo compasso».

Hai iniziato come video-giornalista per Sei Milano e poi hai trovato il tuo habitat naturale come deejay in radio. Il tuo sogno da bambina era il giornalismo d’assalto o l’intrattenimento?
« Direi l’intrattenimento. A questo ruolo giornalistico mi sono un po’ adeguata, ma mi sarei trovata benissimo se fosse stato un ruolo a “Le iene”, perché ho una natura molto ironica. Invece, mi sono ritrovata da una realtà come Chivasso a una realtà metropolitana come Milano, dove dovevo parlare di pedofilia o di stupri. Da lì ho capito che la cronaca non fa per me e sono scappata a gambe levate».
Nel 1998 sei approdata al “Processo del Lunedì”. Il passaggio al mondo del calcio come è arrivato?
«É arrivato, posso dirlo, grazie a mia sorella. Simona e io abbiamo fatto una copertina molto carina e divertente in stile Blues Brothers al femminile. Aldo Biscardi cercava una valletta, vide la copertina e mi telefonò. Quando sentii la sua voce, inizialmente pensai a uno scherzo. Poi Aldo sbagliò un congiuntivo e mi convinsi che era proprio lui. I miei amici non avrebbero mai potuto essere così bravi. Al “Processo” Aldo mi ha insegnato la base della radio. Perché è sicuramente bravo, ma è difficile che ti lasci spazio per parlare. Spazio che io mi prendevo quando lui prendeva fiato».

Ma la passione per il calcio l’hai sempre avuta?
«Passione e odio. Mia sorella giornalista sportiva, mio padre arbitro e commissario. Inutile dire che ero un po’ nauseata. Con dieci anni di differenza, quando io volevo vedere “Kiss me Licia” mi ritrovavo a vedere le partite o “Il Processo del lunedì”. Diciamo che mi piace il calcio nella modica misura in cui deve essere tenuto in considerazione».

Quindi all’inizio tua sorella non ti ha aiutato più di tanto?
«Direi di no. Simona mi ha chiarito fin da subito che ogni cosa che avrei fatto, l’avrei fatta di mio. Che potevo utilizzare i suoi contatti, ma mai come una raccomandazione. Sembra assurdo, ma nella sua carriera, se avesse avuto me a rimorchio, non avrebbe potuto prendere certe decisioni. Se io fossi stata raccomandata a Mediaset, lei non avrebbe mai potuto passare da Mediaset alla Rai. Io sarei saltata immediatamente. Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto arrabattandomi. C’è chi dice che la mia sia una condizione di vantaggio. É vero, sotto alcuni punti di vista. Ma si è anche schiacciati. Io per esempio, ho avuto un contratto part time che ho fatto diventare full time, regalando del tempo. Nessuno ti dirai mai un brava, perché comunque sei sorella di. É una cosa con cui ho imparato a convivere».
In televisione hai fatto alcuni personaggi divertenti e so che sei attratta dalla recitazione. Vorresti continuare?
«Mi piacerebbe, nel senso che mia mamma, che ha sempre avuto senso artistico, come ex modella poi diventata stilista, aveva previsto per me e Simona due carriere completamente diverse. Simona giornalista da Pulitzer, io attrice in teatro. Quindi mi ha mandato a scuola di recitazione. Invece tutte e due abbiamo preso strade ben diverse. Però mi è rimasto il bagaglio della recitazione».

Per esempio un ruolo simile a quello di Vanessa Incontrada a “Zelig” che unisce intrattenimento e cabaret ti piacerebbe?
«Sì anche perché nel 1999 ha partecipato al film “La Grande Prugna” di Claudio Malaponti, con Enzo Iacchetti e c’erano  tutti gli attori di Zelig, dalla Littizzetto al Mago Forest. Io facevo  la fidanzata del “tossico” Marco della Noce. Mi sono divertita moltissimo. Il mio problema è che io vorrei fare un po’ tutto e in alcune produzioni andrei anche bene. Magari sono cose, come Zelig, che mia sorella ha già fatto e quindi per me sarebbe un massacro».

La radio come è arrivata?
« La radio è arrivata dopo un momento bruttissimo della mia vita. Lavoravo a Rin Radio Italia Network con Teo Mammucari e lì è stato l’amore per il microfono. In radio puoi essere chi vuoi, lontana dagli stereotipi televisivi, che ti dicono che devi essere magra, bella, tettuta e con le labbra siliconate. In questo periodo mia sorella decide di aprire un ristorante e, dato che ho sempre adorato la cucina,  mi propone di intraprendere con lei questa attività, a cui poi si unirà anche Lele Mora. In breve tempo mi ritrovo ventiquattro ore su ventiquattro dietro al bancone, con una responsabilità enorme e quindi decido di abbandonare la radio. É stato un mio errore, non lo nego. Fatto sta che a un certo punto non ce la faccio più, lascio il ristorante e decido di trascorrere una tranquilla estate solitaria. Di ritorno dalle vacanze, mi chiama una mia amica che insiste per andare insieme al tour di Rtl a Monza. Inizialmente rifiuto perché non avevo davvero più voglia di uscire tutte le sere, ma poi mi convinco. E lì è nata questa cosa con Hit Channel, la televisione di Rtl - prima che diventasse Rtl 102.5 TV. Era il 2003 e il direttore mi disse: “domani mattina vieni da me che ho una cosa da proporti”. E lì ho iniziato la mia avventura».

E ti sei subito trovata a tuo agio?
«Benissimo! Rtl mi ha insegnato una professione. Il mio parlato era lento e allora mi hanno messo con Alan Palmieri; poi ero  troppo veloce e mi hanno messo con Francesco Perilli».

In pratica la radio ti appaga perché riunisce tutte le tue inclinazioni?
«Sì adesso sono serena. Ho davvero trovato la punta del compasso. Il centro del cerchio. Poi tutto quello che viene attorno è un di più».

Dal 2009, in coppia con Andrea De Sabato, conduci “Nessun Dorma” in onda sabato e domenica da mezzanotte alle tre e lunedì dall’una alle tre. Lavorare a orari notturni com’è? Ti sei abituata subito?
«No, non mi sono abituata subito. Certo ora vivo di più di notte che di giorno.
La radio mi ha dato degli orari un po’ sballati, ma adesso ce la faccio. Visto il matrimonio recente, non lo so se riuscirò a mantenerli. Anche perché tornare indietro in macchina tardi non è uno scherzo. C’è della gente pazzesca. Infatti giusto due settimane fa mi sono venuti addosso!»

La gente in tarda ora è più in vena di aprirsi?
«Sì ormai siamo diventati come dei confidenti. Ci raccontano la loro serata. Sai quando vai in onda ogni settimana ti ritrovi fan che ti seguono da anni, in qualsiasi variante oraria io sia finita».

So che musicalmente ti piace tutto...
«Tutto, da Cristina D’Avena ai Rondò Veneziano dai Gun’s and Roses ai Faith no more a Richard Clyderman! Tutto ciò che nella mia testa folle sia montabile a video clip, che possa visualizzare o associare a delle immagini».

Ti piace molto il cinema e in particolare i thriller. Ami il fatto di aver paura o il meccanismo del thriller?
«Amo Jessica Fletcher, è la mia musa ispiratrice. Adoro e ho visto tutti i thriller perché mi emozionano. Anche se non è propriamente un thriller, ho tutto CSI e voglio vederlo nel televisore più grande e nel modo più nitido possibile. Voglio fare le autopsie con Grissom!»

Dicevi che la tv amplifica l’esteriorità. Lavorando in radio ti senti più libera nell’abbigliamento e nell’apparire in generale?
«Anche se siamo in radiovisione, direi di sì. Io ho un mio stile “scacione”. Se una cosa non mi piace, può anche essere l’ultimo dettame della moda, ma io non me la metto».

So che ami l’equitazione...
«Molto, è stato un amore che ho iniziato alle superiori come disciplina obbligatoria nelle ore di educazione fisica e che continuo anche ora. L’ho amata subito perché si è in due a pensare, si ha un senso di guida e responsabilità nei confronti del cavallo».

Il tuo rapporto con il gossip com’è?
«Zero, certe volte sono ancora ingenua e mi capita di rilasciare un’intervista facilmente, non perché penso di essere chissà chi, ma perché penso che sia normale condividerla con altri. Sono cresciuta in un ambiente di spettacolo e di conseguenza penso che faccia parte della mia vita quotidiana. Quindi se mi chiama un giornalista per un’intervista e mi fa una domanda rispondo».

Ma non hai pagato lo scotto di essere troppo sincera o spontanea?
«Non pago lo scotto però ci sono in giro mille cattiverie e queste proprio non le sopporto. Mi danno ancora della raccomandata dopo quattordici anni…me l’aspetterei da una persona che non mi conosce, non da un giornalista che si è preparato su di me. Ho letto su alcuni siti internet una notizia di una cattiveria indicibile, che io davvero non mi merito. Tipo “sposa l’autista di Simona”. Andrea non è l’autista di Simona senza nulla togliere agli autisti. Il fatto di dirlo come se io andassi sempre a ripescare lì attorno, mi dà fastidio perché lo trovo assurdo. Quante copie puoi vendere in più mettendo una falsità? A me piace il giornalismo reale».

Il più bel complimento che ti hanno mai fatto o che vorresti ricevere da un giornalista?
«O “te lo sei guadagnata!”, magari riferito a un mio programma radiofonico, o “sei completa”, O “sei completamente diversa da…” ».

Sono passati pochi mesi dal matrimonio di Sara. a questo punto la domanda è di rito: Come ti senti?
«Prima del matrimonio ero emozionata. Avevo quella sana agitazione che mi piace tanto, quasi da prima della diretta. Sono contenta perché ho trovato la persona giusta, che mi ama grassa, magra, golosa, godereccia, in tutte le mie sfaccettature, anche negative».

Hai trovato la stessa serenità che hai trovato sul lavoro...
«Certo, ho trovato la mia punta di compasso!».


( Intervista di Isabella Rotti )

 

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